18.07.19 FADI sulla Luna di Goa-Boa

fadi A goa-boa 2019

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Un piccolo passo
per l’uomo…

goa-boa 2019

Giovedì 18
Luglio 2019

CARL BRAVE
GHEMON
ALFA
DUTCH NAZARI
FADI
DOLA
PNKSAND

GOA-BOA
FESTIVAL

GENOVA
PORTO ANTICO
ARENA DEL MARE 

ORARI
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e biglietteria
ore 18.30

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Thomas O. Fadimiluyi in arte FADI, Italo-Nigeriano della riviera romagnola. Un albero genealogico che è un canto meticcio. Il padre originario dell’etnia Yoruba, arriva in Italia nei primissimi anni ‘80 per imparare l’arte del design di automobili e per coltivare la sua passione verso i motori. Mette su famiglia e inizia a gestire insieme alla moglie un alberghetto a Riccione, in cui crescono FADI e i suoi fratelli fra un “Ciao ciao mare” e una “Romagna mia”.


La costa adriatica, l’eccitazione delle stagioni, quando sei travolto dal passaggio immenso delle persone, dalle contaminazioni e poi d’un tratto rimani solo a guardare sulla spiaggia quello che è rimasto. Nella tratta casa – scuola e nell’autoradio del padre suonano le canzoni di Marley, Ray Charles, Fela Kuti. In quella della madre i grandi cantautori italiani: Battisti, Dalla. Due mondi che in lui trovano una sintesi perfetta: come mettere insieme Michael Kiwanuka, Celentano e Chuck Berry, una miscela potenzialmente pericolosissima che in FADI si traduce semplicemente in una questione di attitudine soul.

Arriva l’adolescenza, il grunge, i Fugazi, i Pearl Jam, gli Afterhours, il gusto per la chitarra elettrica, l’indie romagnolo e le sonorità dei Cosmetic, il nuovo cantautorato e Brunori Sas, le discoteche sulla riviera, i motori: una passione ereditaria per l’assemblaggio e lo sporcarsi le mani da un lato e dall’altro una riflessione sul concetto della velocità, sulla sua potenza e i suoi limiti. La sua timbrica vocale è profonda, il colore inconfondibile. Non ha paura a misurarsi con la forma canzone all’italiana, con il cantautorato migliore che l’italia abbia prodotto nei decenni passati e nei duemila, conservando un gusto tutto anni ‘90 verso alcune sonorità elettriche, nel suono senza fronzoli.
Dopo il singolo d’esordio Cardine, accolto positivamente da pubblico e critica: un brano che ti rimane in testa subito dopo il primo ascolto, con una scrittura immediata e di grande impatto emozionale.  Apre il concerto di Francesco De Gregori nell’ambito del festival di “A cielo aperto” e condivide il palco con importanti nomi della scena musicale italiana nella tappa di Riccione di Deejay on stage. A Ottobre è uscito il suo secondo singolo Se ne va. Una canzone che non gioca sui risultati ma sulla sensazione. E’ un invito a vivere pienamente le relazioni, senza mezza misure, a prescindere dal finale. Godersi appieno il percorso, i fraintendimenti, le liti, il “fare a botte”, le persone che non si riescono a trattenere.
Il brano è un susseguirsi di piccole istantanee in cui l’incontro stimola sempre l’inaspettato e fa cambiare spesso lo sguardo sulle cose, dandogli una nuova prospettiva. Non necessariamente la ricerca del lieto fine ma di certo la canzone fotografa la pienezza di chi dice: “Quando ci sei va tutto meglio, non lo so come andrà a finire, però daje“. Un mix meticcio tra l’Africa e il nuovo cantautorato. Da cantare a squarciagola.

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